Cultura, socialità e sport
Firenze non può che essere una città di cultura, dove però si rischia di viverla esclusivamente come merce, da far consumare in modo insostenibile, da riservare in modo esclusivo per chi ha alta capacità di spesa.
Il Maggio Musicale ha rappresentato per noi anche l’occasione per chiarire un’idea di accessibilità al sapere universale, abbattendo le diseguaglianze che anche in questo ambito sono ben radicate. L’opposizione alla gestione Nardella-Pereira è nata dal 2019, contestando un “modello Milano” che silenziosamente si prova a imporre, seppure in modo parziale.
È fondamentale mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti che fanno cultura. Dalle grandi realtà pubbliche nazionali alle più territoriali esperienze locali di associazionismo. Occorre anche una mappatura degli spazi utilizzati o utilizzabili, da mettere a disposizione a una fortissima richiesta diffusa che esiste sul territorio.
Le disparità nelle scelte artistiche e culturali generano disuguaglianza, aumentano le distanze tra il centro e il resto della città. Per questo appare fondamentale promuovere luoghi culturali in modo diffuso. Si deve ricostruire una connessione solida e continuativa tra le istituzioni culturali cittadine e l’offerta formativa delle scuole, che possono rappresentare per molti studenti e molte studentesse uno strumento di avvicinamento a generi e settori culturali che altrimenti rimarrebbero loro estranei. In questo ambito le politiche giovanili devono ricevere maggiori risorse per rafforzare i Centri Giovani.
Gli edifici storici e le piazze non devono più essere al servizio di una strategia di comunicazione promozionale. Le decisioni, imposte dall’alto verso il basso, hanno trasformato il centro in “vetrina” e le facciate delle case popolari in potenziale cassa di risonanza elettorale.
Piazza della Signoria ha ospitato installazioni di artisti osannati dalla critica d’arte, contesi dalle gallerie, ricercati dai collezionisti facoltosi. Alle “periferie” è stata destinata una forma d’arte ritenuta più idonea ai contesti popolari: i murales esteticamente accattivanti.
È necessaria una prospettiva differente, una progettualità che vada oltre l’intrattenimento.
Agire per e negli spazi culturali implica recuperare la partecipazione e il dialogo tra tutte le parti della Città.
Un numero considerevole di artiste e artisti, nazionali e internazionali, di vecchie e nuove generazioni, risiede a Firenze.
Abbiamo un patrimonio culturale da promuovere e sostenere nel breve, medio e lungo termine, per fare sì che le comunità (diverse per circoscrizione di residenza, lingua, storia, religione, situazione economica e sociale) possano contare nelle scelte sull’arte e sulla cultura. Chi abita in un determinato luogo ne conosce le potenzialità materiali e individuali, è in grado di leggerne e interpretarne i bisogni e le necessità.
Agire attraverso una rete di scambio e di relazione creativa costruisce valori e beni comuni, diminuisce le distanze favorendo l’integrazione, realizza Firenze Città Mondo.
Tre gli obiettivi principali:
- Agevolare l’incontro di storie, esperienze, immaginari delle diverse culture presenti, anche occasionalmente, sul territorio;
- Garantire il rispetto e lo spazio dovuto a ciascuno per il superamento di disuguaglianze ed emarginazione;
- Colmare i vuoti strutturali recuperando immobili dismessi da concedere in uso gratuito per eventi artistici e culturali;
- Favorire il coordinamento solidale tra chi opera in modo precario negli ambiti dell’arte e della cultura, coinvolgendo le organizzazioni sindacali, sia di impianto più tradizionale che più innovativo.
Realizzare un turismo più sostenibile e partecipativo è possibile attivando forme di collaborazione attiva con gli addetti al settore, con una sostanziale e decisiva de-brandizzazione della nostra Città. L’incontro tra chi viene a visitare la Città e la residenza, in luoghi della città diversi dal Centro Storico, realizzerebbe esperienze condivise di interessi o valori comuni, una consapevolezza diversa della città da parte del turista (non esportare il “modello Unesco” verso altre zone della Città, magari consumando le Cascine, ma portare la città vissuta nelle vetrine svuotate in questi anni).
Da troppi anni il Comune si limita a distribuire sostegni economici, rinunciando a una funzione effettiva di programmazione. Si scaricano su associazioni e realtà generose ruoli che spetterebbero al pubblico, in cambio di qualche bando.
Molto deve essere fatto, in modo urgente, per garantire il diritto al riposo e alla salute della residenza. Reprimere le forme di socialità esterne al mercato, o comunque favorire solo le logiche di consumo, produce uno scontro irrisolvibile tra chi vive momenti di divertimento e parte della residenza.
Da troppi anni lo sport è terreno di consenso elettorale. Ci sono tante esperienze del territorio fortemente consapevoli socialmente e radicate storicamente sul territorio. Anche per loro è necessario istituire uno spazio di programmazione e discussione, collegando la gestione degli impianti con un’idea di attività sempre più universale, democratica e accessibile. La competitività agonistica è parte di una processualità più ampia, dove si possono sviluppare relazioni importanti e positive, anche tra diverse generazioni. Deve essere garantita equità e trasparenza nel rapporto con i diversi soggetti e nella gestione degli impianti. Va sviluppato un approccio capace di supportare tutte le esperienze che rendono lo sport una pratica di accessibilità.
L’investimento sugli impianti sportivi di Campo di Marte è un esempio eclatante di cosa non si dovrebbe fare nel rapporto tra pubblico e privato. Abbiamo sempre sostenuto la necessità di garantire un futuro agli impianti di Palazzo Vecchio. Per il Franchi e il Padovani si è scelto un modo sbagliato di procedere, per cui vogliamo migliorare l’utilizzo delle risorse pubbliche, programmando interventi che favoriscano la mobilità extraurbana per rendere più fruibili le aree, favorendo il diritto alla mobilità e limitando i disagi per la residenza, con una logica da estendere a tutta l’area cittadina.
Proposte:
- Stabilizzazione delle persone che lavorano nel settore della Cultura del Comune di Firenze. Se è vero che riteniamo che il sistema degli appalti e delle esternalizzazioni comporti solo maggiori costi per il pubblico e una perdita di diritti per chi ci è coinvolto, riteniamo particolarmente importante che chi lavora nel settore della cultura possa farlo contando su una certa stabilità contrattuale. In nessun modo va compromessa la continuità occupazionale di chi da anni garantisce servizi essenziali al Comune, ma non è ritenuto personale dell’Ente.
- Promozione di un ruolo attivo di programmazione, approfondimento e promozione culturale dell’Assessorato alla Cultura, anche in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione.
- Internalizzazione dei servizi della cultura, oggi gestiti con appalti, allo scopo di liberare risorse e personale interno, permettendo al personale dipendente della Direzione di dedicarsi non più alla gestione di infinite gare d’appalto ma piuttosto alla programmazione, all’approfondimento e all’elaborazione di progetti e alla ricerca di finanziamenti per sviluppare la dimensione culturale della nostra città.
- Incremento dei fondi pubblici per la Cultura, messi a disposizione tramite un sistema di bandi che si rivolga ai soggetti attivi sul territorio, che valorizzi le realtà che operano nelle periferie con progetti inclusivi e accessibili. In quest’ottica, modificheremo anche le modalità di assegnazione dei fondi erogati tramite i bandi (a partire dall’Estate Fiorentina), garantendo criteri di trasparenza e rotazione che assicurino un migliore utilizzo dei soldi pubblici e una maggior tutela delle piccole realtà e delle relative professionalità.
- Individuazione di luoghi da dedicare a progetti e attività culturali partendo da una ricognizione dei molti spazi inutilizzati nella nostra città. In particolar modo, ci impegniamo nell’apertura di una Casa delle Culture in ogni Quartiere: luoghi dedicati alla creazione culturale diffusa, aperti alla sperimentazione e all’innovazione, a disposizione delle realtà del territorio, provando a renderle un riferimento anche per le giovani generazioni interessate all’arte. Le Case delle Culture saranno co-progettate dall’Amministrazione assieme a chi vive e fa vivere il quartiere, offrendo iniziative, corsi, spazi per lo studio, per l’approfondimento e il confronto, per cineforum e per la creazione musicale, per mostre e rappresentazioni teatrali, per l’incontro tra culture e comunità. La gestione delle Case delle Culture sarà affidata alle organizzazioni, ai gruppi e alla cittadinanza del quartiere, sotto il controllo del Comune e dei Quartieri, che saranno garanti della funzione pubblica e dell’accessibilità degli spazi.
- Recupero e realizzazione del progetto della Casa della Cultura e della Storia del Novecento e del tempo presente, da collegare al rilancio del Memoriale delle Deportazioni e a tutte le altre realtà impegnate su queste tematiche, creando una rete dove il pubblico sostiene i soggetti del territorio.
- Recuperare il ruolo di indirizzo politico e controllo pubblico del Comune, scoraggiando l’entrata dei privati nella gestione dei musei civici della città e quindi evitando, in primis, il passaggio da associazione a fondazione di partecipate di Mus.E., la partecipata con cui sono gestiti i musei civici fiorentini. Non si possono delegare alle Fondazioni pubbliche o pubblico-private le politiche culturali.
- Rivedere il regolamento della cessione delle sale monumentali. Palazzo Vecchio è della Città, non può essere chiuso perché affittato a grandi case del lusso. Lo stesso vale per le altre aree che oggi possono essere affittate, compromettendo la fruibilità di Firenze a chi ci vive e lavora.
- Un tavolo tra realtà studentesche, movimenti giovanili, comitati della residenza e altri soggetti interessati per trovare una sintesi tra esigenze diverse, tutelando il diritto al riposo e alla salute. Investire in fonometri e formazione della Polizia Municipale, per un’azione di efficace contrasto all’inquinamento acustico, da coordinare con gli altri soggetti titolati in materia.
- Proporre un percorso permanente, trasparente e aperto di confronto con tutte le società e associazioni sportive, per comprendere quali esigenze ci siano e come migliorare la gestione degli impianti. Spezzare ogni possibile meccanismo che minaccia di legare questo settore a logiche di consenso elettorale prive di contenuti politici.
- Nuove generazioni e nuove esperienze culturali possono ritrovarsi in maniera diffusa sul territorio, dialogando con i Quartieri per trovare soluzioni più adatte a seconda delle esigenze. Questo deve avvenire in dialogo con le scuole in cui sono presenti laboratori di teatro, così come dove sono presenti percorsi di istruzione e formazione di indirizzo musicale. Il primo passaggio può essere una raccolta delle proposte da chi già è presente sul territorio, per far emergere i diversi bisogni.
Strumenti:
- Censimento degli edifici vuoti ed inutilizzati sul territorio comunale e messa a disposizione per le attività culturali.
- Incremento nelle assunzioni per il Comune di Firenze nel settore culturale.
- Maggior utilizzo dei fondi europei per cultura, giovani, trasformazioni urbane e sostenibilità sociale.
- Nuovo regolamento per la fruizione degli spazi monumentali e gli spazi della Città.
- Nuovo regolamento per la fruizione e l’assegnazione degli impianti sportivi comunali.