Lavoro e Istruzione

Sinistra Progetto Comune - Elezioni comunali Firenze

Firenze è la città del lavoro precario: su ogni tre offerte di lavoro, due riguardano contratti atipici o a termine. Analizzando attentamente i settori occupazionali, si nota che la maggior parte delle opportunità lavorative proviene da settori a basso valore aggiunto, come i “servizi alle imprese” o il “settore turistico”, entrambi caratterizzati da salari bassi, compresi tra i 7 e gli 8 euro lordi l’ora.

 

Questa situazione ha un impatto negativo sull’intero tessuto economico della città, generando un circolo vizioso di impoverimento che spinge i residenti ad abbandonare il centro urbano, privandolo della sua risorsa più preziosa: la sua popolazione. Le amministrazioni comunali precedenti hanno orientato lo sviluppo economico e occupazionale della città tramite strategie che favoriscono l’incremento del turismo e la vendita di immobili a investitori stranieri, contribuendo così ad accentuare la disparità nella distribuzione della ricchezza.

 

Contemporaneamente, si assiste ad un processo di progressiva disarticolazione dei servizi pubblici che muove verso la privatizzazione dell’acqua e del sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti, attraverso la creazione della nuova Multiutility.

 

Nell’ottica di chi ha governato fino ad oggi, il settore manifatturiero ad alto valore aggiunto ricopre un ruolo marginale, mentre i processi di deindustrializzazione portati avanti dalle aggressive strategie di vendita dei fondi speculativi non sono contrastati da un potere politico debole e spesso complice, come dimostrato dalla vicenda della ex GKN, oggi QF, il cui formale proprietario, Borgomeo, è stato accolto dal sindaco e dal presidente della regione Toscana con tutti gli onori.

 

Anche attraverso gli strumenti urbanistici, lavorando con la Regione Toscana, possiamo favorire la nascita di consorzi di sviluppo industriale per tutti gli spazi considerati improduttivi, contrastando in modo attivo le spinte speculative e finanziarie, che di fatto contrastano il lavoro, sostenendo il profitto per il profitto.

 

In questo ambito si inserisce la possibilità di ripensare complessivamente l’area Mercafir, sviluppando una logistica sostenibile sia a livello ambientale che in termini di rispetto dei diritti di chi lavora, anche legandosi alla produzione di Cargo Bike nell’ex GKN di Campi Bisenzio.

 

Non da ultimo, Firenze occupa il nono posto in base all’indice di incidenza sugli occupati degli infortuni mortali ogni milione di lavoratrici e lavoratori (13,4 – quasi quattro volte la media nazionale di 3,9). Il cantiere Esselunga di via Mariti è la rappresentazione di una strage che si consuma silenziosamente ogni giorno sui posti di lavoro e che abbiamo il dovere di fermare. Subiamo ogni giorno le logiche della Città della rendita, della speculazione immobiliare, dei bassi salari e della precarietà. Per questo lottiamo per il ritorno sulla scena degli investimenti e del controllo pubblico, finalizzato a offrire al territorio fiorentino occupazione stabile e di qualità.

 

Nell’idea di Città che proponiamo il lavoro è il motore dello sviluppo del territorio. Prendersi cura del lavoro significa elaborare politiche pubbliche che tengano conto e vadano incontro alle esigenze di chi lavora sul nostro territorio, ad esempio in tema di trasporto pubblico e diritto all’abitare.

 

Il Comune di Firenze è il primo datore di lavoro a livello urbano in termini di numero di dipendenti, sia diretti che indiretti; pertanto, ricade su di esso la responsabilità della tutela salariale e della qualità del lavoro sia per i propri dipendenti che per i lavoratori operanti negli appalti. Il sistema delle esternalizzazioni e degli affidamenti deve essere rivisto integralmente: i servizi devono essere sottratti alla logica del lavoro povero e sfruttato, mentre gli appalti futuri devono contemplare fin dalla fase di progettazione della gara meccanismi di tutela dell’occupazione e della retribuzione, applicando correttamente il codice degli appalti e sviluppando quanto abbiamo ottenuto in materia di salario minimo (solo un primo passo, parziale, anche sul piano normativo).

 

Il personale comunale diretto e quello in appalto non vedono riconosciuta la centralità della loro funzione, nonostante svolgano mansioni fondamentali per l’erogazione dei diversi servizi, spesso a contatto quotidiano con la cittadinanza.

 

Le conseguenze delle esternalizzazioni si ripercuotono anche sulle condizioni di lavoro del personale amministrativo, che, costantemente sotto organico, è continuamente coinvolto nella gestione burocratica delle diverse gare di appalto. Il Comune deve vigilare sui cambi d’appalto e favorire tavoli di confronto tra organizzazioni sindacali e datori di lavoro, coinvolgendo le organizzazioni sindacali anche nella fase di stesura del capitolato di gara. Deve inoltre estendere il proprio potere di controllo sul lavoro privato, attraverso la collaborazione della Polizia Municipale con gli altri soggetti titolati alla vigilanza.

 

Sul piano dell’istruzione, spesso gli Enti Locali si nascondono dietro all’assenza di competenze. Invece molto può essere fatto, a partire dai servizi all’infanzia, devastati dalla logica di privatizzazione e dagli appalti. In modo provocatorio possiamo dire che basta guardare cosa è stato fatto negli ultimi anni e procedere in direzione opposta, perché la situazione non è conveniente neppure sul piano economico.

 

Governando il Comune di Firenze esprimeremo anche il Sindaco della Città Metropolitana di Firenze, dove risiedono ancora oggi molte competenze in materia di edilizia scolastica. La manutenzione degli immobili deve seguire una programmazione chiara e coinvolgere direttamente le scuole. Gli spazi scolastici, anche le secondarie di secondo grado, devono rimanere anche nel Centro Storico. La decisione di non realizzare una nuova scuola vicina alla Fortezza da Basso, senza nessuna discussione politica, è indicativa di una logica che punta a portare ai margini del tessuto urbano le studentesse e gli studenti senza alta capacità di spesa.

 

Nell’ambito della formazione professionale, a cui si affidano politiche di recupero dell’abbandono scolastico, molto può essere fatto in accordo con la Regione Toscana. Accogliamo con favore la proposta della cittadinanza di verificare la possibilità di investire in questo senso presto la Villa di Rusciano, a titolo esemplificativo. Non è possibile abbandonare chi opera in questo settore con progetti della durata di un anno, di cui è incerta ogni continuità.

 

Valorizzare chi produce/crea opere a valenza artistica e/o innovativa realizzate grazie al loro ingegno, spaziando tra l’artigianato artistico e le opere d’arte, e che dipendono interamente da questa attività, con ricavi limitati, spesso reinvestiti per la propria produzione, e che non hanno i mezzi organizzativi e finanziari per trasformarsi in impresa artigiana; le attività degli Operatori e delle Operatrici del proprio ingegno rappresentano un valore sociale e culturale presso le comunità locali in cui operano, spesso mantenendo vive antiche tradizioni artigianali che re-interpretano in chiave artistica, animando attività e laboratori utili a diffondere una cultura dell’arte e del lavoro manuale che, senza di loro, sarebbero destinate a perdersi progressivamente.

 

Proposte:

  • Esercitare le funzioni di controllo nei luoghi di lavoro attraverso l’impiego della Polizia Municipale, in collaborazione con gli altri soggetti deputati al controllo delle condizioni di lavoro, sia dal punto di vista della correttezza contrattuale che del rispetto della normativa a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
  • Controlli e formazione, una doppia strategia per la sicurezza sul lavoro. Creare un tavolo congiunto e permanente tra Polizia Municipale, Ispettorato del Lavoro e PISL per attuare controlli congiunti e, a sorpresa, in ogni attività produttiva della città. Attuare un protocollo che incentivi programmi di formazione sulla sicurezza che non si limitino a un mero adempimento burocratico, ma che si svolgano direttamente sui luoghi di lavoro a contatto diretto con i fattori di rischio.
  • “Niente contratti niente tavolini”: prevedere un sistema di sanzioni agli esercenti che occupano il personale senza contratto, che preveda la revoca del permesso di occupazione di suolo pubblico fino alla revoca della licenza di somministrazione.
  • Prevedere un piano di assunzioni straordinarie nel settore pubblico, al fine di reinternalizzare i servizi ad oggi in appalto a partire da biblioteche, scuole, musei comunali. Riorganizzare l’Ente a contatto con chi ogni giorno ci lavora.
  • Interrompere il ricorso alle società di consulenza, valorizzando, anche attraverso nuove assunzioni, le competenze dell’Amministrazione comunale.
  • Ritornare agli investimenti produttivi pubblici, a partire dall’investimento del Comune (coordinato con la Città Metropolitana) nel progetto di recupero industriale dell’ex GKN, valorizzando il piano di riconversione industriale incentrato sulla creazione di un polo della transizione ecologica presentato dal collettivo dei lavoratori.
  • Dare centralità ai salari e al riconoscimento del personale dell’Ente, anche di quello in appalto, così come di chi lavora nelle partecipate, redistribuendo quanto rischia di concentrarsi solo sulle figure apicali e dirigenziali.
  • Investire sulla formazione professionale e sulla formazione degli adulti, dando continuità strutturale alle realtà già esistenti, ma iniziando un nuovo progetto in accordo con la Regione Toscana, anche al fine di fornire opportunità di lavoro e inclusione alla popolazione migrante.
  • Centralizzare i capitolati di appalto per attività affini, redigendo, in collaborazione con le organizzazioni sindacali rappresentative del settore, capitolati di appalto “tipo” che prevedano criteri di salvaguardia delle condizioni lavorative: applicazione dei contratti collettivi di miglior favore nel settore oggetto dell’appalto, clausole sociali nel momento dei cambi d’appalto, l’introduzione di un salario minimo inderogabile negli appalti pubblici di almeno 10 euro l’ora.
  • Creare una politica economica per passare dal sistema di bonus che oggi garantisce l’accesso ai nidi privati con contributo pubblico ad un sistema che garantisca il posto nei nidi pubblici.
  • Predisporre piani di assunzioni nelle scuole comunali per garantire che non si proceda in ulteriore logica di esternalizzazione.
  • Garantire la mensa dal primo giorno di scuola, superando il sistema odierno che fa cominciare i servizi di refezione settimane dopo l’inizio della scuola.
  • Coordinare i calendari delle scuole statali e comunali per uniformare l’offerta educativa pubblica.
  • Realizzare, con l’ausilio delle associazioni che operano sul territorio, un programma aggiornato di formazione e informazione contro le discriminazioni di genere e verso le persone LGBTQIA+, che si rivolga sia al personale delle scuole, sia agli studenti e alle studentesse ed eventualmente alle loro famiglie. Programma da estendere al personale comunale compreso il corpo di Polizia Municipale, seguendo esempi già sperimentati in passato da grandi città come Torino o Roma.
  • Favorire, con l’ausilio di associazioni territoriali e personale pubblico formato, percorsi di educazione sessuale ed educazione all’affettività rivolti a studentesse e studenti ed eventualmente alle loro famiglie, nonché al personale delle scuole.
  • Implementare la presenza e la diffusione delle ludoteche comunali, oltre che degli spazi giovani, nelle aree del comune in cui oggi non sono presenti per arrivare a offrire la disponibilità di una ludoteca a massimo 15 minuti a piedi per ogni cittadino e cittadina.
  • Legare in modo chiaro, pubblico e partecipato, le competenze della Città Metropolitana in materia di edilizia scolastica con lo sviluppo di spazi a disposizione per la formazione, l’educazione e la socialità delle nuove generazioni.
  • Sostenere percorsi a sostegno degli Operatori e delle Operatrici del proprio ingegno, in relazione al resto dello sviluppo urbano e ai programmi economico-produttivi attivi del Comune.
  • Investire su un’idea di logistica equa, giusta e sostenibile, a partire dal futuro di Mercafir e coinvolgendo la produzione di Cargo Bike avviata nell’area ex GKN di Campi Bisenzio.